Improvvisamente una sera di fine febbraio abbiamo disertato una festa di compleanno, le paure e le incertezze dilagavano, dopo pochi giorni la scuola ha chiuso, le scarpette da calcio son rimaste in un angolo e le cene dai nonni rimandate a data da destinarsi.
Saltare la scuola non sembrava così male, quale migliore occasione di stare a casa con la mamma? In molti si sono domandati come spiegare questo Virus con la Corona ai bambini e intanto la scuola e la quotidianità prendevano nuove forme. Oggi abbiamo le lezioni online, le videochiamate coi nonni, la mamma che si chiude in una stanza a lavorare.
Tutto avviene in quel luogo sicuro chiamato CASA.
Abbiamo imparato a riorganizzare tempi e spazi, abbiamo imparato a fare la focaccia e ad usare sempre meglio il pc, anche a 6 anni!
Oggi ci prepariamo alla cosiddetta Fase 2 (senza scomodare Freud, che è tutta un'altra storia), a breve i bambini potranno tornare a correre nei parchi e mi domando come vivranno questo nuovo cambiamento?
E’ possibile che alcuni bambini, cosi come alcuni adulti, guarderanno alla riapertura con qualche perplessità. Abbiamo detto restate a casa, spiegando che il pericolo era fuori, ma ora che potremo tornare ad uscire, cosa diremo ai bambini? Il pericolo che fine ha fatto?
I bambini sono formidabili osservatori del mondo che li circonda, interpretano la realtà attraverso gli occhiali che indossano i genitori.
E’ tempo di prepararsi ad una nuova fase, ad una cauta ripresa dei contatti sociali. E' facile presumere che non sarà semplice. Dovremo fare i conti con una serie di emozioni contrastanti.
Sia per gli adulti, così per i bambini, ci sarà l’entusiasmo e la voglia di uscire, ma per qualcuno anche la preoccupazione, l’ansia e il senso di smarrimento. Anche in questo caso, è bene non giudicarsi e concedersi di provare certe emozioni, anche quelle contrastanti.
In molti si sono abituati a questa nuova normalità e guardano con timore alla riapertura: come sarà? E’ troppo presto? La casa che protegge, l’assenza di relazioni sociali spesso complicate, ci mettono in una condizione di sicurezza. La casa è il nostro luogo sicuro, non è strano, sentire dentro di sé quel desiderio di restare nel nido. Non è strano.
Con gli adulti, cosi come con i più piccoli, è bene far emergere le emozioni, qualunque esse siano, parliamo apertamente :
Come ti fa sentire questa cosa?Cosa provi? Cosa pensi?”
Riconoscere le sensazioni è importante, lo scopo è quello di dare un nome a ciò che proviamo. Dare un nome ai sentimenti ci consente di riconoscerli e di dare una collocazione più precisa a quella sensazione che talvolta qualcuno sente nella pancia, o in un mal di testa, o nel fiato che manca. E' il primo passo per fare ordine.
Compito dell’adulto è accogliere le emozioni ingarbugliate del bambino, sciogliere la matassa confusa di pensieri ed emozioni, per poi restituirle al bambino in una versione comprensibile. Spiegarle, nel senso di togliere le pieghe a qualcosa di stropicciato. Insegniamo tante cose ai bambini, insegnamo anche a capire “COME STO?”
E’ importante sentirsi capiti e autorizzati a provare ansia, paura e incertezza. Anche i super eroi hanno paura, la paura è un’emozione molto utile, ci aiuta a non commettere sciocchezze, a stare attenti, ma troppe volte essa è considerata solo nei suoi aspetti negativi. E’ vero la paura a volte ci paralizza, ma domandiamoci come siamo arrivati a questo? Quali possono essere state le esperienze precedenti che hanno condizionato le nostre reazioni? Come reagirà un bambino in piscina davanti agli occhi terrorizzati di una madre che ha paura del fatto che non saprà restare a galla? E‘ molto probabile che questo bambino farà molto fatica a trovare il coraggio di tuffarsi e a imparare a nuotare, perché vedrà questo solo come qualcosa di pericoloso e poco divertente. I bambini imparano dall’esperienza dei genitori, imparano da quanto i genitori sanno incoraggiare a dare fiducia. Allo stesso modo mi chiedo come reagiranno i bambini oggi? In un mondo di persone mascherate che vivono a distanza e disinfettano continuamente le mani?
Personalmente se qualche mese fa mi avessero raccontato questa fotografia del mondo, avrei provato paura e smarrimento. “Dove sono finita? Il mondo che ho lasciato non era così, andavo a scuola, andavo al ristorante, andavo al parco… ora che cosa è successo??”
I bambini guarderanno e studieranno le reazioni degli adulti in questo nuovo mondo e con esse troveranno il loro personale copione da interpretare. Per questo motivo, un adulto terrorizzato dalla contaminazione che effetti potrà avere sulla vita di un bambino e sulla ripresa dei suoi contatti sociali?
E' importante che l’adulto per primo si domandi:
“Come sto?”
"In che modo tutta questa faccenda condizionerà me e i miei comportamenti? "
Prepariamoci a questo momento, insieme, immaginando la riapertura, immaginando cosa potremo fare e come saranno i giorni a venire. Il potere dell’immaginazione è fortissimo, aiuta a creare scenari possibili che preparano la mente e le emozioni. Una realtà immaginaria, ci prepara all’ingresso nel reale e cosi anche con i bambini, possiamo giocare ad immaginare come sarà la riapertura, cosa potremo fare e cosa no?
Qualcuno un giorno mi ha detto che un terapeuta non dà risposte, ma fa le giuste domande…e allora vi invito ad essere terapeuti di voi stessi, sopratutto in quanto genitori, vi invito a farvi le giuste le domande, accettando con serenità e senza giudizio, tutte le risposte che arriveranno.